Die Mafia in Deutschland https://mafiafilm.correctiv.org Eine gemeinsame Recherche von WDR, Spiegel online und der Funke Mediengruppe Wed, 05 Oct 2016 08:27:24 +0000 de-DE hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.2.8 Erneut ein wichtiger Antimafia-Staatsanwalt bedroht https://mafiafilm.correctiv.org/erneut-ein-wichtiger-antimafia-staatsanwalt-bedroht/ https://mafiafilm.correctiv.org/erneut-ein-wichtiger-antimafia-staatsanwalt-bedroht/#comments Mon, 22 Sep 2014 11:03:16 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=783 Einer der profiliertesten Antimafia-Ermittler, der palermitanische Generalstaatsanwalt Roberto Scarpinato, ist von bisher Unbekannten bedroht worden. In einem Brief an ihn heißt es: „Wir finden Dich überall.“ Und was die Bedrohung noch ernstzunehmender macht: Die Täter hatten den Brief in der Nacht vom 2. auf den 3. September direkt auf den Schreibtisch des Generalstaatsanwaltes abgelegt. Das Büro […]]]> Roberto ScarpinatoEiner der profiliertesten Antimafia-Ermittler, der palermitanische Generalstaatsanwalt Roberto Scarpinato, ist von bisher Unbekannten bedroht worden. In einem Brief an ihn heißt es: „Wir finden Dich überall.“ Und was die Bedrohung noch ernstzunehmender macht: Die Täter hatten den Brief in der Nacht vom 2. auf den 3. September direkt auf den Schreibtisch des Generalstaatsanwaltes abgelegt. Das Büro von Scarpinato befindet sich im Gebäude der Staatsanwaltschaft  im Stadtzentrum von Palermo.  Und damit in einem Raum also, der für niemanden zugänglich sein sollte, der nicht befugt ist, erst recht nicht bei Nacht. Zumal sich dort auch Prozess- und Ermittlungsakten befinden und damit geheime und sehr sensible Informationen, unter anderem über laufende Ermittlungen.

Scarpinato wurde öfter schon aufgrund seines Sachverstandes und seines Wissens nach Deutschland eingeladen, um über die Gefahren der Organisierten Kriminalität zu sprechen. Er war Weggefährte der beiden von der Mafia ermordeten Staatsanwälte Giovanni Falcone und Paolo Borsellino, die vermutlich unter Mitwisserschaft des italienischen Geheimdienstes gemeinsam mit ihren Leibgarden in die Luft gesprengt wurden.

PalermoDie Staatsanwaltschaft in Caltanisetta hat Ermittlungen wegen des Drohbriefes aufgenommen. Dem Brief war zudem eine Liste beigefügt mit Orten, an denen Scarpinato sich gerne aufhält.

Der Journalist Salvo Palazzolo, der seit Jahren über die Mafia auf Sizilien schreibt, kommentiert diese Drohung in der italienischen Zeitung Repubblica so: „Es ist kein Geheimnis, dass der Staatsanwalt in den vergangenen Monaten vor allem mit der Vorbereitung des Berufungsprozesses des Generals Mario Mori und für den Oberst Mauro Obinu beschäftigt war, die in erster Instanz von dem Vorwurf freigesprochen wurden, die Flucht von Bernardo Provenzano [einem Cosa-Nostra-Boss] unterstützt zu haben. Nachdem neue Akten von der Staatsanwaltschaft gekommen sind, versuchen der Generalstaatsanwalt Scarpinato und sein Vertreter Luigi Patronaggio nun, die Rätsel um fehlgeleitete Geheimdienste aufzuklären. Und in der Sitzung vom 26. September werden sie eine erneute Beweisaufnahme fordern. Deren Bedeutung für die Anklage ist groß, und die Auswirkungen sind offensichtlich, auch auf die Prozess, in dem Mori ebenfalls angeklagt ist und in dem es um die Verhandlung zwischen dem italienischen Staat und der Mafia geht.“ Diese Verhandlungen sollen, so vermuten sizilianische Antimafia-Staatsanwälte, zu dem Mord an den beiden profiliertesten und bis dato erfolgreichsten Antimafia-Ermittlern geführt haben, Giovanni Falcone und Paolo Borsellino.

 

Cecilia Anesi, Giulio Rubino und Sandro Mattioli

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“Fenus Unciarum”, vasta operazione antimafia contro la Sacra Corona Unita. Sedici gli arrestati. https://mafiafilm.correctiv.org/fenus-unciarum-vasta-operazione-antimafia-contro-la-sacra-corona-unita-sedici-gli-arrestati/ https://mafiafilm.correctiv.org/fenus-unciarum-vasta-operazione-antimafia-contro-la-sacra-corona-unita-sedici-gli-arrestati/#comments Thu, 18 Sep 2014 12:27:35 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=769 Oltre cento agenti della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Lecce, Bari, Napoli, Salerno e Catanzaro sono impegnati, dalle prime luci dell’alba, in una vasta operazione antimafia denominata “Fenus Unciarum” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Lecce. Gli agenti hanno eseguito sedici arresti nelle province di Brindisi e Bari in Puglia e anche al nord […]]]> LecceOltre cento agenti della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Lecce, Bari, Napoli, Salerno e Catanzaro sono impegnati, dalle prime luci dell’alba, in una vasta operazione antimafia denominata “Fenus Unciarum” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Lecce.

Gli agenti hanno eseguito sedici arresti nelle province di Brindisi e Bari in Puglia e anche al nord Italia, nella provincia di Pavia. Fra gli arrestati diversi membri della Sacra Corona Unita e anche un ex-consigliere comunale della città di Mesagne, in provincia di Brindisi. Devono rispondere di associazione di stampo mafioso, usura, estorsione e riciclaggio (aggravato dalla modalità mafiosa).

L’operazione, coordinata dal pm della Dd di Lecce Alessio Coccioli, ha avuto origine dalla denuncia sporta da un professionista di Mesagne, consigliere regionale fino al 2005, che nel ricandidarsi alle elezioni – senza successo – aveva speso circa 280 mila euro contraendo debiti con le banche. Non riuscendo a saldare i debiti, nel 2009 era finito nelle grinfie di usurai, con interessi che andavano dal 600% al 100% annui.

Oltre agli arresti in questa operazione sono stati sequestrati beni per circa un milione di euro, fra cui alcuni fabbricati ad uso commerciale ed abitazioni ed I conti bancari degli accusati.

Cecilia Anesi, Giulio Rubino

Operazione FENUS UNCIARUM Direzione Investigativa Antimafia Lecce from CORRECT!V on Vimeo.

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Lettera di minacce a Scarpinato, Procuratore Generale di Palermo: “possiamo raggiungerti ovunque” https://mafiafilm.correctiv.org/lettera-di-minacce-a-scarpinato-procuratore-generale-di-palermo-possiamo-raggiungerti-ovunque/ https://mafiafilm.correctiv.org/lettera-di-minacce-a-scarpinato-procuratore-generale-di-palermo-possiamo-raggiungerti-ovunque/#comments Wed, 17 Sep 2014 13:36:46 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=763 Si e’ saputo oggi che nella notte tra il 2 e il 3 settembre qualcuno si e’ intrufolato nella stanza del Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato, recapitandogli una lettera di minacce direttamente sulla scrivania. Scarpinato, conosciuto e apprezzato anche in Germania per essere stato tra i primi a raccontare la minaccia che incombe sul […]]]> Roberto ScarpinatoSi e’ saputo oggi che nella notte tra il 2 e il 3 settembre qualcuno si e’ intrufolato nella stanza del Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato, recapitandogli una lettera di minacce direttamente sulla scrivania. Scarpinato, conosciuto e apprezzato anche in Germania per essere stato tra i primi a raccontare la minaccia che incombe sul paese, e’ la memoria storica dell’antimafia palermitana. La Procura di Caltanissetta sta indagando sull’accaduto, visto che la lettera invita il magistrato a fermare le sue indagini e recita una frase spaventosa: „possiamo raggiungerti ovunque“. E per rendere il tutto piu credibile fa la lista dei luoghi più frequentati dal procuratore generale.

Scrive Salvo Palazzolo, storica firma di Repubblica Palermo “Non è un mistero che in questi ultimi mesi il magistrato è soprattutto alle prese con la preparazione del processo d’appello per il generale Mario Mori e per il colonnello Mauro Obinu, assolti in primo grado dall’accusa di aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano. Dopo l’arrivo di nuovi atti dalla procura della Repubblica, il procuratore generale Scarpinato e il sostituto Luigi Patronaggio stanno adesso cercando di scandagliare nei misteri dei servizi segreti deviati. E all’udienza del 26 settembre chiederanno la riapertura dell’istruttoria dibattimentale. La posta in gioco è alta per le tesi dell’accusa, e le refluenze sono evidenti anche per il processo ‘trattativa mafia-Stato’, in cui Mori è pure imputato.”

Cecilia Anesi, Giulio Rubino

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Duro colpo al Clan Lo Russo: Trentaquattro arresti nella mattinata a Napoli. https://mafiafilm.correctiv.org/duro-colpo-al-clan-lo-russo-trentaquattro-arresti-nella-mattinata-a-napoli/ https://mafiafilm.correctiv.org/duro-colpo-al-clan-lo-russo-trentaquattro-arresti-nella-mattinata-a-napoli/#comments Tue, 16 Sep 2014 13:59:58 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=744 Trentaquattro arresti e confische di beni nel valore complessivo di 10 milioni di euro sono stati effettuati questa matina a Napoli contro esponenti del clan Lo Russo. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, per aver gestito diverse piazze di spaccio nell’area controllata dal clan. Gli arresti arrivano ora dopo un […]]]> Festnahme Lo Russo

Die Guardia di Finanza auf dem Weg zum Einsatz gegen den Clan Lo Russo. Fotos: Guardia di Finanza

Trentaquattro arresti e confische di beni nel valore complessivo di 10 milioni di euro sono stati effettuati questa matina a Napoli contro esponenti del clan Lo Russo.
Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, per aver gestito diverse piazze di spaccio nell’area controllata dal clan.

Gli arresti arrivano ora dopo un attività di indagine basata principalmente sulle dichiarazioni dell’ex capo clan, Salvatore Lo Russo, diventato collaboratore di giustizia dopo il suo arresto nel 2007 a Miano, nell’area a nord di Napoli.

Il clan Lo Russo era nato negli anni 70 e rapidamente asceso ad una discreta importanza per il suo ruolo sia nella lotta contro il clan Stabile che nella faida del quartiere Sanità.
La decisione di Salvatore Lo Russo di collaborare con le autorità ha naturalmente portato un duro colpo al clan, in primo luogo minanto l’autorità del figlio Antonio Lo Russo che, costretto alla latitanza dal 2010, era stato arrestato in Francia lo scorso Aprile, poi con le indicazioni che hanno permesso oggi di ricostruire la struttura del clan, indagine fondamentale per l’operazione di oggi.

Die Beamten fanden diese Überwachungskamera im Blumentopf neben der Haustüre.

Die Beamten fanden diese Überwachungskamera im Blumentopf neben der Haustüre.

Il lavoro dei Carabinieri di Napoli e di Marianella, che indagavano sull’omicidio di Domenico Raffone, ucciso lo scorso 8 Marzo, ha inoltre portato all’identificazione di un altro gruppo di persone legate al clan Lo Russo che gestiva il traffico di stupefacenti nell’area di Marianella.

Sono stati effettuati infatti diversi sequestri di stupefacenti in quella zona, e sono state registrate conversazioni che chiariscono oltre ogni dubbio come gli spacciatori dovessero pagare una ‚tassa‘ per operare in quella zona proprio a Mario Lo Russo.

Quest’ultimo era recentemente stato scarcerato dopo aver scontato una pena per possesso illegale di armi, ed aveva assunto un ruolo di ‚boss‘ appena uscito dal carcere.

ContMianoemporaneamente agli arresti il G.I.C.O. (Gruppo Di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia Di Finanza ha sequestrato beni ed aziende di propietà del clan, compresi una pizzeria a Miano e diversi conti bancari, del valore complessivo di circa 10 milioni di Euro.

  • Giulio Rubino e Cecilia Anesi
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Flüchtiger mutmaßlicher Giftmüll-Verschieber festgenommen https://mafiafilm.correctiv.org/fluechtiger-giftmuell-verschieber-festgenommen/ https://mafiafilm.correctiv.org/fluechtiger-giftmuell-verschieber-festgenommen/#comments Mon, 15 Sep 2014 20:52:51 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=730 Männer der Carabinieri, der italienischen Militärpolizei, haben am 3. September in Salerno südlich von Neapel den flüchtigen Gaetano C., 49 Jahre alt, festgenommen. Ermittler glauben, er sei Mitglied des Cosa-Nostra-Clans der Casalesi, die in Neapel und Umland aktiv sind. C. habe mitgeholfen, Abfälle illegal zu lagern und zu entsorgen. Er habe dafür auch nach Ablageorten […]]]> Salerno
Männer der Carabinieri, der italienischen Militärpolizei, haben am 3. September in Salerno südlich von Neapel den flüchtigen Gaetano C., 49 Jahre alt, festgenommen. Ermittler glauben, er sei Mitglied des Cosa-Nostra-Clans der Casalesi, die in Neapel und Umland aktiv sind. C. habe mitgeholfen, Abfälle illegal zu lagern und zu entsorgen. Er habe dafür auch nach Ablageorten gesucht.

C. war im Juli bereits einmal wegen Erpressung festgenommen worden. Ein Untersuchungsrichter hob die Haftanordnung aber auf, so dass er im August wieder aus dem Gefängnis entlassen werden musste. Am Tag nach seiner Freilassung wurde wegen Wiederholungsgefahr erneut die Haft angeordnet. Doch C. flüchtete, bevor er festgenommen werden konnte.

Mehrere Kronzeugen hatten C. beschuldigt, zuletzt Francesco Della Corte. Seine Aussagen hatten Grabungen an der Stadtgrenze von Casal di Principe zur Folge, dem Heimatort des Casalesi-Clans. Die Mafiosi vergiften mit Giftmüll offenbar den Boden unter ihren eigenen Füßen, denn die Ermittler fanden unter anderem Industrieabfälle. In einem Prozess, in dem auch der Ex-Staatssekretär Nicola Cosentino vom konservativen Partito della Libertà angeklagt war, sagte der Kronzeuge Della Corte, dass die Müllverschiebungen bereits Anfang der Neunziger Jahre verschoben worden sei. Diese Zeit nannte auch Carmine Schiavone, ein weiterer Kronzeuge und früher ein Boss der Casalesi. Schiavone sagt, es seien auch radioaktive Abfälle aus Deutschland, angeliefert in Bleikisten, vergraben worden.

Della Corte hat zu Protokoll gegeben dass der Boss Francesco Bidognetti die Müllgeschäfte geleitet habe, mit Hilfe von dem jetzt festgenommenen C. und Cipriano Chianese, einem Rechtsanwalt, der bereits verurteilt worden ist und sich selbst als Freimaurer beschrieb. Dies ist deshalb relevant, weil laut Ermittlungsergebnissen geheime Freimaurerlogen in Italien oft als Orte für Abfall- und Waffengeschäfte dienen und zudem Kontaktpunkte für korrupte Politiker sind.

1989 wurden bei einem geheimen Treffen zwischen Unternehmern, Politikern, Camorristi und Freimaurern die illegale Entsorgung von Industrieabfällen aus Norditalien und die Aufteilung von Bestechungsgeldern vereinbart. C. war einer der Teilnehmer.

Der folgende englischsprachige Dokumentarfilm erzählt die Geschichte dieses Treffens:

Toxic Europe, l’inchiesta from DailyBlog.it on Vimeo.

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Arrestato Gaetano Cerci, latitante, colletto bianco del traffico di rifiuti per i Bidognetti https://mafiafilm.correctiv.org/arrestato-gaetano-cerci-latitante-colletto-bianco-del-traffico-di-rifiuti-per-i-bidognetti/ https://mafiafilm.correctiv.org/arrestato-gaetano-cerci-latitante-colletto-bianco-del-traffico-di-rifiuti-per-i-bidognetti/#comments Mon, 15 Sep 2014 20:12:11 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=731 I Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Caserta hanno arrestato il 13 settembre a Salerno il latitante Gaetano Cerci, 49 anni, ritenuto affiliato alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi. Cerci, secono la magistratura, avrebbe fornito la sua collaborazione nell’illecita attività di smaltimento e stoccaggio dei rifiuti, dedicandosi anche alla ricerca dei siti. […]]]> gaetano cerciI Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Caserta hanno arrestato il 13 settembre a Salerno il latitante Gaetano Cerci, 49 anni, ritenuto affiliato alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi. Cerci, secono la magistratura, avrebbe fornito la sua collaborazione nell’illecita attività di smaltimento e stoccaggio dei rifiuti, dedicandosi anche alla ricerca dei siti.

Il 24 luglio scorso fu destinatario di una ordinanza per il reato di estorsione, ma fu scarcerato dal Tribunale del Riesame l’11 agosto. Il giorno seguente, sulla base di un fondato pericolo della reiterazione dei reati, fu emessa una nuova ordinanza cautelare in carcere. Da quel momento inizia la latitanza di Cerci.

Più pentiti, tra cui da ultimo Francesco Della Corte, colui che qualche mese fa con le sue dichiarazioni diede l’avvio ad una campagna di scavi alla ricerca di rifiuti tossici tra Villa di Briano e Casal di Principe, hanno chiamato in causa Cerci. “Il traffico di rifiuti tossici dal Nord alle campagne del Casertano – ha raccontato pochi mesi fa Della Corte in uno dei processi che vede imputato l’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino – era già in corso dall’inizio degli anni ’90; a gestirlo era il boss Francesco Bidognetti tramite Gaetano Cerci e Cipriano Chianese, che si definiva massone e aveva contatti con Licio Gelli.

Cerci fu uno dei partecipanti alla famosa riunione di Villaricca del 1989 tra imprenditori, politici, camorristi e massoni, dove sono stati presi gli accordi sullo smaltimento illecito dei rifiuti tossici del nord Italia in Campania, e dove è stata stabilita la spartizione delle tangenti.

Ha raccontato il giudice Imposimato alla seduta 77 della Commissione Antimafia della XI legislatura: “La cosa sconvolgente e che fa quadrare il cerchio è che uno dei protagonisti di questa vicenda, tale Cerci Gaetano, titolare della Ecologica 89 S.r.l. che aveva come cointeressati Bidognetti Francesco, Schiavone Francesco e Zagaria Vincenzo29, si è certamente recato ad Arezzo, il 4 febbraio del 1991, per incontrare Licio Gelli. Inoltre, fu uno dei partecipanti alla riunione di Villaricca.”

“L’emergenza rifiuti che oggi assedia la Campania da oltre un decennio trova qui le sue radici antiche”, scrive Alessandro Iacuelli nelle sue ‘Le Vie Infinite dei Rifiuti’, la bibbia della storia dell’ecmafia in Campania. “Nasce nel 1989 in questo piccolo comune alle porte di Napoli, nel ristorante dell’albergo ‘La Lanterna’, sulla circumvallazione esterna di Napoli, quella che la gente chiama ‘Doppio senso’, o ‘Strada degli americani’. Nasce tra gli invitati ad una cena speciale. Infatti si tratta di invitati molto speciali. Ci sono i camorristi di Pianura e dell’area flegrea, tra cui Perrella. Ci sono i casalesi. C’è Ferdinando Cannavale, nel ruolo di massone amico dei politici locali e nazionali. Ci sono i proprietari delle discariche, tra i quali quel Luca Avolio, proprietario dell’Alma di Villaricca, che sarà arrestato nel corso dell’Operazione Adelphi. C’è Gaetano Cerci, il titolare dell’azienda ‘Ecologia ‘89’, che trasporta e smaltisce rifiuti, ma è anche nipote di Francesco Bidognetti, braccio destro di Francesco Schiavone
‘Sandokan’. Cerci è inoltre il tramite tra il clan dei casalesi e Licio Gelli”.

Guarda il documentario Toxic Europe del 2011 che racconta anche la Riunione di Villaricca.

Toxic Europe, l’inchiesta from DailyBlog.it on Vimeo.

Cecilia Anesi e Giulio Rubino

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Boss des Mancuso-Clans in Argentinien festgenommen https://mafiafilm.correctiv.org/boss-des-mancuso-clans-in-argentinien-festgenommen/ https://mafiafilm.correctiv.org/boss-des-mancuso-clans-in-argentinien-festgenommen/#comments Fri, 12 Sep 2014 16:08:34 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=727 Gestern hat die argentinische Polizei den ‚ndrangheta-Clanchef Pantaleone Mancuso festgenommen. Auf Mancuso lautete ein internationaler Haftbefehl, er wurde von Interpol gesucht. Die Polizei nahm Mancuso an der argentinischen Grenze fest, als er versuchte, mit gefälschten Papieren nach Brasilien einzureisen. In seinen Taschen fanden die Beamten 100 000 Euro.

Die Grenzkontrolleure hätten das vorgelegte Dokument sofort als Fälschung erkannt und die Polizei gerufen. Die herbeigerufenen Beamten entlarvten den angeblichen „Luca de Bortolo“ und identifizierten ihn als Pantaleone Mancuso. Zunächst leugnete Mancuso seine wahre Identität, dann gab er sie zu. Nun sitzt er in Auslieferungshaft.

Pantaleone Mancuso ist einer von elf Brüdern, die die erste Generation des Clans Limbadi aus Vibo Valentia bilden. Drei seiner Brüder sind bereits zu längeren Haftstrafen verurteilt worden. Sein verstorbener Vater, Domenico Mancuso, gilt als Gründer des ‚ndrangheta-Clans. Pantaleone Mancuso gilt als eine Schlüsselfigur des Clans. Gegen ihn wurde bereits mehrfach ermittelt, außerdem ist er vorbestraft. Gesucht Mancuso wurde wegen der Zugehörigkeit zur Mafia und zweifachen versuchten Mordes. Seit dem 2. April war er flüchtig. Aufgrund interner Rivalitäten soll er versucht haben, seinen Cousin und seine Tante zu ermorden.

Giulio Rubino, Cecilia Anesi

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Arrestato il boss della Ndrangheta Pantaleone Mancuso. Era in Argentina sotto falso nome. https://mafiafilm.correctiv.org/arrestato-il-boss-della-ndrangheta-pantaleone-mancuso-era-in-argentina-sotto-falso-nome/ https://mafiafilm.correctiv.org/arrestato-il-boss-della-ndrangheta-pantaleone-mancuso-era-in-argentina-sotto-falso-nome/#comments Fri, 12 Sep 2014 16:07:59 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=725 La polizia Argentina ha bloccato ieri il boss della ‚Ndrangheta Pantaleone Mancuso, al confine fra Argentina e Brasile, nei pressi di Iguazù. Mancuso, su cui gravava un ordine di cattura internazionale ed era ricercato dall’interpol, stava cercando di entrare in Brasile con un documento falso e 100.000 euro in tasca.

La Direcion Nacional de Migraciones, autorità di controllo frontiere Argentina, ha subito riconosciuto il documento falso, un documento Argentino per stranieri intestato all’alias “Luca de Bortolo”, ed ha chiesto l’intervento della polizia che, grazie al controllo delle impronte digitali, ha identificato il latitante e per Mancuso il ponte Tancredo Neves, varco fra i due Paesi Sudamericani, si è chiuso immediatamente.

Dopo un primo tentativo di negare le accuse delle autorità argentine, Pantaleone Mancuso ha confessato la sua identità, ed è ora detenuto in attesa di estradizione.

Pantaleone Mancuso è uno degli 11 fratelli Mancuso, la prima generazione del clan di Limbadi (Vibo Valentia). Figlio del defunto Domenico Mancuso, che era ritenuto uno dei fondatori del clan omonimo, i suoi fratelli Giuseppe, Diego e Francesco (detto ‚Tabacco‘) sono già in carcere, scontando rispettivamente l’ergastolo il primo, 16 anni il secondo ed una condanna definitiva per associazione mafiosa il terzo.

Pantaleone stesso è una figura di chiaro rilievo per il clan Mancuso, egemone nell’area del Vibonese. Ricercato per associazione mafiosa e duplice tentato omicidio, era già stato coinvolto in diverse operazioni di polizia, compresa l’operazione “Dinasty” per la quale era già stato condannato ed aveva scontato la pena. Detto ‚I’ingeniere‘, era latitante dal 2 Aprile scorso, in fuga da un ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP Assunta Maiore per il duplice tentato omicidio della sua stessa zia, Romana Mancuso, e del cugino Giovanni Rizzo, un tentato omicidio nato presumibilmente in seguito a contrasti interni al clan.

Giulio Rubino, Cecilia Anesi

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Werte in Höhe von drei Millionen Euro vom Cousin des Bosses der Bosse beschlagnahmt https://mafiafilm.correctiv.org/werte-in-hoehe-von-drei-millionen-euro-vom-cousin-des-bosses-der-bosse-beschlagnahmt/ https://mafiafilm.correctiv.org/werte-in-hoehe-von-drei-millionen-euro-vom-cousin-des-bosses-der-bosse-beschlagnahmt/#comments Thu, 11 Sep 2014 11:34:06 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=721 Güter und Vermögen im Wert von drei Millionen Euro des Unternehmers Giovanni F. in Castelvetrano bei Trapani sind heute am frühen Morgen beschlagnahmt worden. F. ist der Cousin des flüchtigen höchsten Mafiabosses Matteo Messina Denaro.

Der Unternehmer F. war bereits 2010 verhaftet worden, dann aber in erster Instanz vom Gericht in Marsala freigesprochen worden. Ihm wurde vorgeworfen, Mitglied einer mafiösen Organisation in Castelvetrano zu sein und sich dort um das Erpressen von Schutzgeld und die Reinvestition der Gewinne daraus gekümmert haben. Außerdem soll er Kontakt zu dem flüchtigen Boss Messina Denaro unterhalten haben.

Im Dezember vergangenen Jahres wurde Giovanni F. erneut verhaftet wegen betrügerischer Übertragung von Werten, wieder auf Geheiß der Antimafia-Staatsanwaltschaft in Palermo. Die weiteren Ermittlungen in der Folge zeigten, so die Staatsanwaltschaft, dass das jetzt beschlagnahmte Vermögen aus kriminellen Aktivitäten stammt.

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Tre Millioni di Euro di beni sequestrati al cugino del capo dei capi di Cosa Nostra https://mafiafilm.correctiv.org/tre-millioni-di-euro-di-beni-sequestrati-al-cugino-del-capo-dei-capi-di-cosa-nostra/ https://mafiafilm.correctiv.org/tre-millioni-di-euro-di-beni-sequestrati-al-cugino-del-capo-dei-capi-di-cosa-nostra/#comments Thu, 11 Sep 2014 11:22:31 +0000 http://www.mafia-in-deutschland.de/?p=718 Tre milioni di euro di beni, mobiliari e immobiliari, sono stati sequestrati all’imprenditore Giovanni F. di Castelvetrano, Trapani, cugino del boss latitante Matteo Messina Denaro. Alle prime luci dell’alba infatti, le Fiamme Gialle e i ROS dei Carabinieri di Palermo, hanno fatto scattare i sigilli in un’operazione antimafia coordinata dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA).
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Misure di Prevenzione, che ha accolto la proposta di misura di prevenzione patrimoniale finalizzata alla confisca della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.

L’imprenditore Giovanni F. era stato arrestato nel marzo del 2010 nell’ambito dell’operazione “GOLEM – fase II”, ma assolto in primo grado dal Tribunale di Marsala. L’accusa, per il reato di associazione mafiosa, riguardava la sua presunta appartenenza al“mandamento” di Castelvetrano (TP), per il quale avrebbe curato le attività estorsive, il reinvestimento dei proventi e la messaggistica dei pizzini da e per il boss latitante Messina Denaro.

L’anno scorso però, il 13 Dicembre, Giovanni F., veniva nuovamente arrestato nell’ambito dell’ “OPERAZIONE EDEN”, coordinata dal Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Teresa Principato, in quanto ritenuto membro di Cosa Nostra e colpevole del delitto di trasferimento fraudolento di beni, al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa.

A seguire, una intensa attivita’ d’indagine economico-finanziaria, coordinata dal PM della D.D.A. di Palermo, Bernardo Petralia, che ha “consentito di dimostrare la manifesta sproporzione tra il valore dei suddetti beni e la capacità reddituale dell’imprenditore colpito dall’odierno provvedimento” – si legge nel comunicato stampa – “tale da non consentire la possibilità di acquisire le risorse finanziarie, idonee ad avviare autonomamente nuove attività commerciali, dai redditi legittimamente dichiarati dall’interessato. Tali disponibilità, pertanto, sono da considerarsi frutto delle attività illecite o il reimpiego dei relativi proventi.”

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